martedì 2 febbraio 2016

PUNTATA 2: AMLETO

Apro gli occhi in un vasto salone.

Noto un lussuoso orologio a muro.

Segna le 9:13.

Nella mente rivivo tramite immagini pulsanti eventi del pomeriggio trascorso.

Immagini così vivide che è come se le avessi vissute in prima persona.

E forse è così.

Mi vedo destreggiarmi col pallone davanti a occhi attenti.

Il sole splende nel cielo puro.

Sono felice.

Mi vedo scrollarmi gradualmente di dosso l'impaccio della tensione e diventare tutt'uno col gioco.

Mi libro nel campo con soave scioltezza.
Sono poesia movimenti, colpi, scelte di frazioni di secondo.

Mi godo l'attimo.

Nessun pensiero.

Nessun affanno.

Nessun fastidio.

Faccio ciò per cui sono nato.

Goal.

Su goal.

Uno addirittura in rovesciata.

Il cielo vola sotto i miei piedi.

Sparo la palla esattamente dove voglio, in un imprendibile angolo un soffio al di sotto della traversa.

Vedo il portiere lanciarsi nel disperato tentativo di parare l'imparabile e cadere faccia a terra, battuto.

Momento perfetto che resterà per sempre incastonato nella mia anima.

E che nessuno mi potrà togliere.

Così felice che potrei morire adesso.

Al termine mi volto a guardare l'esaminatore.

Sorride.

Non riesce a smettere di sorridere.

Ce l'ho fatta.

Ho raggiunto il sogno.

E ora eccomi a casa, dopo dieci ore dalla prova ancora così emozionato da non essermi neppure cambiato.

A rivivermi nella mente quel glorioso pomeriggio.

Sento dei passi in avvicinamento.

Entra il ragazzo del secondo ritratto.

Parecchio alto, spalle larghissime, magro, vestito in modo decisamente eccentrico.

Com'è andata, campione?
Mi chiede senza togliersi le vistose lenti fucsia, grandi quanto mezzo viso, e lasciandosi cadere con disinvoltura su una poltrona.

Mi hanno preso.
Mi sento rispondere: non ho nessun controllo sul corpo in cui mi trovo, posso solo osservare e viverne le emozioni.

Unicamente da un significativo spostamento degli occhi, che colgo in trasparenza dietro le lenti, avverto che la mia risposta ha prodotto una qualche reazione.

Invidia?

Commozione?

Non sei il solo ad avere delle novità. Ma dove cazz... – si interrompe voltandosi verso la porta. – Iris, ti sei persa?!

Entra una mora slanciata in stivali neri, jeans elasticizzati e una maglietta bianca a sbuffo con una spilla a forma di rosa sullo scollo.

Iris, la mia nuova fidanzata. Iris, mio fratello Amleto.

Dal momento che sono impietrito, si avvicina lei a stringermi la mano.
Ciao, piacere.

Piacere – rilascio il respiro che avevo trattenuto. – Come mai ti umili così? Devi scontare una grave colpa commessa in una vita precedente?

Sono stata con tipi peggiori di Cassio.
Risponde con un breve sorriso sinceramente divertito.

Lascialo perdere, si sente Dio in terra solo perché giocherà in serie A.

Davvero? Sei un calciatore?
Mi chiede tra il moderatamente stupito e il moderatamente interessato.

Sì.
Gonfio il petto con fierezza.

Cassio si alza, passa davanti a una delle grandi finestre con Piazza di Spagna sullo sfondo avvolta da un magico crepuscolo serale estivo, si siede davanti a un tavolo da caffè in marmo e dal taschino della lucida camicia estrae una bustina.

Tossicchio imbarazzato. – Be', come vi siete conosciuti? Racconta.

A una pallosissima riunione – risponde facendo rotolare una pietrina sul tavolo – Fottuti giapponesi.

Giapponesi?

Papà sta lavorando a un progetto con una società giapponese di videogiochi.
Si serve di una American Express Platino per sgretolare la pietra di cocaina.

Capisco, e Iris...
Non vedendola più mi volto per cercarla: è in piedi accanto alla finestra.

Sento Cassio tirare rumorosamente su col naso.

La sua immagine sarà impiegata per il lancio. Vuoi una striscia per festeggiare?

Scuoto la testa.

A proposito di festeggiamenti, ricordati che domani è il mio compleanno: non puoi mancare.

Che vista mozzafiato – commenta Iris con dolcezza. – Sembra di avere il mondo ai propri piedi, no?

Ci si abitua a tutto.
Dico mortificato, quasi che mi sentissi in colpa.

Immagino – replica con un lampo negli occhi ametista – Dai, vieni anche tu, almeno mi darai una mano a tenerlo a freno.

Non voglio guai. L'ultimo compleanno di Cassio è finito in commissariato.

Cassio si fa una seconda sniffata e mi provoca: – Certo, immagina che scandalo se si venisse a sapere della tua notte brava...

A parte il fatto che non avrei nulla da nascondere, dato che a differenza tua non sono un tossico.

Ho letto che il fine settimana sguinzagliano degli investigatori privati a seguire i movimenti dei loro calciatori.

Ah, sì? E dove l'hai letto? Su Novella 2000?

Se diventerai famoso, su Novella 2000 ci finirai tutte le volte che ficcherai la lingua in bocca a qualcuna, o a qualcuno... Iris, lo sai che non ho mai visto Amleto con una ragazza?

Stai iniziando a rompermi il cazzo.

Cassio si alza, avanza verso di me, si ferma a un passo e, con un sorriso in bilico tra estasi e disperazione, esclama: – Mi urta che mi guardi con quell'aria di superiorità, come se tutti dovessero sacrificarsi per un obiettivo soltanto perché tu hai scelto di farlo! Comunque, non mi va di litigare. Allora: ti costa così tanto trascorrere una serata con tuo fratello?

Il problema è che sei pazzo.

Lo so, ma è il mio compleanno.

Resto in silenzio quasi un minuto, infine annuisco con un sospiro.

Grande! Giuro che ti divertirai da morire!

Se ne vanno.

Ho ancora lo stomaco chiuso per l'emozione, per cui ordino una cena leggera.

Telefono a un amico, guardo un po' di tv e verso mezzanotte mi corico.

Il cuore continua a martellarmi furiosamente.

Non riesco a smettere di pensare a Iris.

Bellissima.

Dio santo.

Bellissima.

Dio santo.

Trascorro la notte in bianco.


Un attimo prima che il cielo schiarisca, la bara mi risucchia a folle velocità nel suo ventre.



LA TERZA PUNTATA TI ASPETTA A PARTIRE DALLE 00:01 DI MERCOLEDÌ 10 FEBBRAIO


Copyright © 2016 - Renato Esposito
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